Negli ultimi mesi le notizie del probabile fallimento di alcune importanti compagnie aeree hanno invaso le prime pagine dei giornali.
Il primo grande scalpore è stato quello della nostra compagnia aerea nazionale, Alitalia, il cui futuro è ancora incerto e per la quale non sono ancora stati trovati dei nuovi acquirenti. Solamente un mese fa, anche la seconda compagnia per numero di passeggeri trasportati in Germania, Air Berlin, ha dichiarato lo stato di bancarotta. Di pochi giorni fa, invece, è l’annuncio del fallimento della compagnia a basso costo inglese, Monarch Airlines con coseguente cancellazione di tutti i voli.
Oltre a molte vacanze rovinate, il problema maggiore sarà per i passeggeri che avevano in programma il volo di ritorno a casa. Monarch Airlines ha già provveduto a contattare la Civil Aviation Authority (CAA), l’autorità a capo dell’aviazione civile britannica, per provvedere all’invio di una trentina di aerei charter in soccorso di tutti i nazionali bloccati all’estero.

Tuttavia è bene sapere che quando le compagnie aeree dichiarano lo stato di bancarotta, i reclami per i ritardi e le cancellazioni rimangono in stanby. Fino a quando un nuovo acquirente non metterà a disposizione il capitale, le richieste dei clienti non potranno essere accolte: il fallimento delle compagnie aeree è ritenuto una circostanza eccezionale alla quale non c’è una soluzione a breve termine a meno che non si ottenga una sentenza di condanna al risarcimento o al pagamento di somme di denaro e si decida di partecipare a quanto verrà ricavato dalla distribuzione dell’attivo fallimentare

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